Monte Morrone - 05/11/2008
Pratola Peligna
Approfittando di una serie di circostanze favorevoli, tra cui la pigrizia innata di alcuni lupacchiotti, i due baldi (si fa per dire) soci hanno finalmente potuto realizzare quello che era un sogno coccolato da anni: uscire da soli per una “romantica” escursione. Con giovanile ardore hanno affrontato rapidamente la dura salita che da Casa delle Vacche, porta alla vetta del Morrone. Forse per l’ebbrezza della situazione e per il continuo rincorrersi per boschi e prati, non hanno prestato la dovuta attenzione al percorso. Sono comunque giunti in vetta, ed hanno poi affrontato il ritorno, con giulive digressioni (vedi cappella di Celestino) ed è qui che è iniziato il secondo tempo fantozziano dell’escursione, nonostante uno dei due eroi (il sindaco revisore), possa considerarsi “indigeno” rispetto alla zona di riferimento. Non solo la sottostante Pratola Peligna per lui è di casa, avendoci vissuto a lungo, ma vi vanta tuttora agganci parentali e riferimenti di vario tipo…. Questo però non è bastato a colmare le lacune d’orientamento. Ahimé, gli anni passano e le certezze d’un tempo sbiadiscono….
In mancanza di cartografia e di strumenti idonei, si sono basati, ahimè loro, sui “mi ricordo” o “non siamo passati da qui” ed hanno cominciato a girovagare, in un sempre meno allegro saliscendi, in cerca di un posto conosciuto, mentre, nel frattempo, incominciavano ad incombere le tenebre. Uno dei due lupacchiotti, inoltre, forse per il troppo zompettare dell’andata, ha cominciato ad accusare problemi motorii. Peraltro non è la prima volta che gli succede: probabilmente non ha ancora metabolizzato la raccomandazione dei lupacchiotti più esperti (tra cui, ovviamente, il presidente!) che, invitandolo ad avviarsi piano, citano spesso il detto di Messner: “ricordati che l’ultimo passo dipende dal primo”.
In ogni modo, i due sono arrivati, ormai quasi a buio, in vista del rifugio Le Vicenne (la Casetta). Qui finalmente è entrata prepotentemente la tecnologia a dare una mano ai dispersi: il tanto vituperato telefonino ha permesso l’invio di un SOS raccolto dai sempre presenti uomini del CFS, che con un mezzo adeguato hanno finalmente tratto dall’impaccio i due malcapitati. Tutto è bene quel che finisce bene....
Partecipanti
e… il C.F.S.